Il mecenate della natura

di Milani

Dalla finanza al borgo di Mustonate: Francesco Aletti Montano, discendente di una famiglia di banchieri, è riuscito a realizzare un innovativo progetto neorurale ritornando ai luoghi della propria giovinezza. Un’esperienza da cui trarre ispirazione

di Alessia Zaccari

L’inizio di un nuovo anno è l’occasione per ripensare alla propria vita, ripartire, innescare cambiamenti. Come ha fatto Francesco Aletti Montano, che nel ritorno alle origini ha posto le basi per il futuro. Realizzando un sogno. Per sé e per gli altri.

Quando si parla di cambiare vita molti pensano di cambiare continente. Lei invece ha deciso di tornare a casa. Perché?
Io ho fatto mio quello che è un po’ l’invito a tutto il mondo post capitalistico di tornare alle origini: back to the basics, cercare di vivere con quello che si ha e cercare di godere dello spazio dove si è nati, dove si vive, facendo cose semplici. Come mangiare, bere, giocare o dedicarsi allo sport. Sono passato dalla massimizzazione del profitto alla sostenibilità.

Ecco, il profitto. Lei viene da un mondo completamente diverso da quello della terra. Come è arrivato a creare il Borgo di Mustonate?
E’ nata da dentro, non è stata una scelta razionale. Venivo da trent’anni di vita nel mondo capitalistico della finanza e della borsa, dove l’obiettivo era solo quello di aumentare, aumentare… di colpo poi la crisi finanziaria ha ridimensionato tutto. Amavo questo territorio, dove ho passato la mia gioventù, e vedendo spuntare costruzioni da ogni parte ho deciso di fare qualcosa. Ho iniziato a comprare un terreno dopo l’altro e poi ho cercato una motivazione perché tutti potessero godere di queste meraviglie. Il mio lavoro è stato soltanto quello di ridare dignità ai prati e ai boschi.

Questo impegno ha portato anche a un cambiamento nella sua vita personale?
Nella vita bisogna cambiare per forza. Non si può mai rimanere fermi, bisogna cercare di tenere sempre il vento in poppa e andare avanti. Passare dall’esasperazione del mondo degli affari alla lentezza del mondo rurale è stato sicuramente un grande cambiamento. Ho imparato a godere delle cose semplici e a condividerle con gli altri.

Un anno fa si è cimentato in un’altra sfida: il Cammino di Santiago…
Sì, ho percorso 500 chilometri a piedi. Il mondo del turismo slow è molto affascinante: permette di condividere emozioni tra persone come si può fare soltanto camminando. Mentre percorrevo il Cammino pensavo a come sarebbe bello sviluppare la rete di sentieri che abbiamo già tra Campo dei Fiori, Sacro Monte, via Francisca e arrivare ad avere un “Cammino varesino”: sacro o naturalistico, a seconda di come lo si voglia vedere.


Ha un augurio per i varesini per il nuovo anno?

Proprio questo: vivere con gioia la nostra terra, che è veramente benedetta. La terra dei sette laghi, dei parchi, dei siti Unesco. Cercare di aprirsi e condividere con gli altri questi immensi doni.

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Mustonate, il borgo a porte aperte

Mustonate, suggestivo borgo di origini agricole, coniuga tradizione, ecosostenibilità e marketing territoriale.

La proprietà si estende su 60 ettari di verde affacciati sul lago di Varese. Completamente ristrutturato tra il 2002 e il 2004 grazie all’intuizione di Francesco Aletti Montano, è oggi dedicato all’ospitalità residenziale e turistica, all’allevamento e allenamento dei cavalli, alla degustazione dei prodotti tipici locali e alla promozione della cultura del territorio attraverso eventi, spettacoli e concerti.

Il borgo è composto da sei cascine, dalla chiesetta di Sant’Antonio e Santa Caterina, dal Ristorante Tana d’Orso, dall’Emporio dei Piaceri Campestri e da un Centro equestre internazionale. Accanto alle scuderie ci sono uffici amministrativi, sala conferenze, locali relax, cucina, spogliatoi e servizi. La struttura è inoltre dotata di un sistema di raccolta di acqua piovana (water harvest) che alimenta gli impianti di lavaggio dei cavalli.

Un particolare: a Mustonate tutti i cancelli sono aperti. Per scelta proprio di Francesco Aletti Montano, che ha avuto la possibilità di riqualificare il borgo, ma non vuole vivere questa sua fortuna come un privilegio personale: desidera condividerla con chiunque, come lui, rispetti le cose semplici e ne sappia gioire.

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