La nuova normalità

di Andrea Mallamo
chiara milani direttrice

La fase 2 sarà lenta e faticosa. Possiamo stare a rimpiangere il mondo per come era prima del Coronavirus. Oppure possiamo cogliere l’occasione per essere migliori. Per capire in che modo il resto del pianeta stia reagendo alla pandemia e che cosa ci si aspetti dall’Italia e dalla Lombardia, abbiamo allargato i nostri orizzonti fino agli altri continenti

C’è chi – giustamente – non vede l’ora di rimettersi al lavoro dopo il prolungato lockdown. E chi non si è mai fermato un momento per farsi trovare pronto al momento del restart, avendo però la sensazione di essere come un criceto che gira a vuoto su una ruota da cui non esce un euro. Poi, per fortuna, c’è pure qualcuno – pochi, ma esistenti – che da questa crisi ci ha guadagnato, anche se ciò ha comportato molto impegno e ora è un po’ stremato. Tutti, insomma, siamo provati. Lo sono imprenditori e dipendenti. Ma anche pensionati e nipoti chiusi a lungo in casa.

La scelta

Difficile, quando si è sotto stress, rimanere lucidi. Difficile, ma vitale. Oggi più che mai. Perché oggi ci sono tanti, troppi punti interrogativi sul futuro. Con – forse – un’unica certezza: dobbiamo essere pronti a una nuova normalità. In che cosa consisterà, quanto durerà e dove ci porterà non è dato saperlo. Però, tra tante variabili che non dipendono da noi, un paio di cose possiamo sceglierle. Ossia, possiamo decidere se vivere nel rimpianto di ciò che era nell’attesa di un improbabile ritorno al passato così com’era o prepararci al cambiamento. Ancora, possiamo optare per essere soggetti passivi, cioè semplicemente subire ciò che avverrà, o attivi, e quindi essere i primi fautori del cambiamento. Iniziando da noi stessi.

Una testata sempre più multimediale

Noi, nel nostro piccolo, questa scelta l’abbiamo fatto. Ecco perché già dal mese scorso avete trovato una testata sempre più multimediale, con novità come i podcast e le interviste tv quotidiane.

Cambiare prospettiva

Ed ecco perché abbiamo alzato lo sguardo oltre l’orizzonte, per capire come il resto del mondo stia reagendo alla pandemia, ma anche come guardino all’Italia e alla Lombardia, così colpita dal virus. Visto che, come abbiamo più volte ricordato, a volte per osservare davvero un territorio bisogna cambiare prospettiva.

Un’occasione improvvisa

Così come, per cambiare, bisogna essere costretti a farlo. La pandemia, in questo, rappresenta un’incredibile occasione. Non a tutti, nella vita, è data l’opportunità di un nuovo inizio. Noi, anche se obtorto collo, l’abbiamo. A questo punto, sfruttiamola. A partire dagli studenti, che per generazioni hanno visto la scuola come un dovere e che ora – sentendone la mancanza – potranno comprendere meglio quale straordinaria opportunità rappresenti. Passando i genitori, che di colpo si sono ritrovati a spendere tempo con i propri figli e a capire anzitempo che cosa significhi quando non puoi più vedere i nonni. Fino ad arrivare a questi ultimi, che chiusi in casa possono riflettere sull’importanza di continuare a vivere, anziché soltanto sopravvivere. Senza dimenticare gli imprenditori, i professionisti, i lavoratori tutti, che stanno imparando che “un altro mo(n)do è possibile”.

La luce in fondo al tunnel

Costerà fatica, implicherà rinunce anche pesanti. Però potremmo, tutti assieme, rendere davvero la vita più sostenibile. Per noi e per il pianeta. Alla fine del tunnel in cui le nostre esistenze si sono infilate da un paio di mesi, è questa la luce che intravediamo. Buon lavoro a tutti, perché per raggiungerla ce ne sarà bisogno tanto. Anche cambiandolo.

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