Università, vite al bivio [VIDEO]

di Milani

Settembre è un mese cruciale per migliaia di giovani che devono scegliere gli studi per il proprio futuro. La trasmissione di approfondimento Tv curata dalla nostra testata è andata a spulciare i risultati sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati per commentarli assieme ai rettori delle realtà del territorio. 

di Chiara Milani

Laurearsi conviene. Perché è più facile ottenere un lavoro che con il diploma. Su questo l’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) non lascia dubbi. Ciononostante, sono tanti, troppi, i giovani italiani che al termine dell’università non trovano occupazione. O non la trovano rispondente a ciò che hanno studiato. Di qui, insoddisfazioni e difficoltà. Economiche e non solo.

Cresce la preoccupazione

Cresce così la preoccupazione tra le famiglie per il futuro di figli e nipoti. E si moltiplicano gli interrogativi: quale facoltà è meglio scegliere? E dove? Oppure è meglio optare per la formazione terziaria non di carattere universitario, visto che negli ultimi dieci anni è triplicato il numero degli iscritti agli istituti di alta formazione artistica e musicale e l’80% diplomati istituti tecnici superiori trova lavoro entro un anno?

Castellanza e Varese promosse

Ad aiutare a fotografare la situazione è sempre AlmaLaurea, consorzio universitario che, con 74 atenei, rappresenta il 91% di quelli italiani, pari a 276mila persone che hanno conseguito la laurea. Dati 2018 alla mano, il ventesimo rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati promuove le due realtà che hanno sede nel Varesotto: Carlo Cattaneo e Insubria. Da dove, secondo quanto pubblicato lo scorso giugno, la maggior parte dei giovani uscirebbe in corso e soddisfatta, trovando presto un’occupazione. Buone notizie che vedono protagonisti tanti ragazzi, anche se non tutti.

Estero, il primato della Cattaneo

Le statistiche qui vedono anche punte d’eccellenza, come il primo posto della Liuc a livello nazionale per la percentuale di laureati che ha svolto un periodo di studio all’estero: il 44%, contro una media italiana del 12,8%. Seppure non manchino margini di miglioramento per entrambe le università di Castellanza e Varese che, fondate negli anni Novanta, sono ancora giovani nel panorama del Belpaese.  

Settembre, tempo d’iscrizioni

Così a settembre, mese in cui si effettuano le iscrizioni, Varese Inchieste ha deciso di puntare la propria lente d’ingrandimento sugli atenei del territorio, dove sono in corso diversi cambiamenti: dai vertici universitari alle facoltà attivate, senza dimenticare i servizi.

Rettori a confronto

La trasmissione televisiva a cura di VareseMese, in onda il primo mercoledì del mese alle 20.05 su Rete55, partirà come sempre dai numeri per commentarli assieme agli attuali rettori, Federico Visconti della Liuc e Alberto Coen Porisini dell’Insubria. Per capire come stia cambiando il sistema universitario e che cosa sia necessario per renderlo più rispondente alle esigenze di un mercato del lavoro che muta sempre più velocemente.    

 

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