Maggio, mese della Madonna

di Milani

Maggio, il mese delle rose, è abitato dal profumo di matrimoni, di prime comunioni e di culto alla Madonna. Ce ne parla monsignor Claudio Livetti, già prevosto di Busto Arsizio, che inizia cogliendo un frammento del volume di poesie che le aveva dedicato Alda Merini

di monsignor Claudio Livetti

Lei,
l’eroina di tutti i tempi,
la dolce Madre di Dio,
la tenera fanciulla d’amore,
lei aprirà un varco alla poesia,
lei aprirà un varco al sole.
(Alda Merini)

San Bonaventura disse che Dio può creare altri mondi, più grandi di quello in cui noi abitiamo, e cose ancora più belle di quelle che conosciamo, ma non può creare un’altra Maria di Nazareth.
I padri della Chiesa antica vedevano Cristo come il sole e sua Madre come la luna. Una giornata senza sole è triste e una notte senza il sorriso lunare è tetra. Abbiamo bisogno di entrambi. Ecco perché la comunità a cui noi apparteniamo non sarebbe “cristiana” se non fosse anche “mariana”.

Una devozione popolare e non solo
Nel mese di Maggio si moltiplicano gli incontri di piccoli gruppi o anche di grandi assemblee, che pregano il Rosario. Alcuni lo ritengono una preghiera monotona a insignificante. Io penso il contrario, perché è contemplazione dei misteri di Cristo. Consentitemi un paragone: il Rosario è l’accompagnamento amoroso a una meditazione, come le sobrie armonie del pianoforte accompagnano i voli melodiosi del violino.
Il Rosario ha accompagnato non solo la gente comune, ma anche artisti e personaggi famosi.
Nella parte mediana del grande affresco del Giudizio Universale nella Cappella Sistina, spicca un particolare: uno dei risorti porge con la mano sinistra la corona del Rosario a un uomo e una donna, per aiutarli a salire in Paradiso aggrappandosi ad essa. Michelangelo ha espresso la convinzione che il Rosario è una preghiera importante per ottenere la salvezza eterna.
Nella casa di Alessandro Manzoni a Milano – in via del Morone, 1 – appesa in capo al letto si vede ancora oggi la corona che il poeta romanziere recitava abitualmente. Nel capitolo 21 del suo romanzo “I Promessi Sposi” Manzoni descrive con estrema delicatezza Lucia nel momento più drammatico della sua vita, rapita e segregata nel castello dell’Innominato. La poveretta tira fuori di tasca la corona e recita il Rosario e mentre lo sgrana, sente spuntare e crescere nel cuore una fiducia illimitata e una improvvisa speranza.

Le oasi dello Spirito
Nelle desertificazione spirituale e nell’aridità culturale della nostra attuale società è importante trovare qualche Santuario dove la fede e l’arte hanno espresso la devozione alla Madre di Dio. L’ampio territorio della nostra provincia ne è costellato.
Perché non dedicare una Domenica pomeriggio ad una uscita fuori porta al Sacro Monte di Varese o alla Madonna del Carmine di Luino o alla Madonna dell’Aiuto di Busto Arsizio o alla Madonna in Campagna di Gallarate o alla Madonna dei Miracoli di Saronno o alla Madonna della Ghianda di Somma lombardo?
Se qualcuno ha già completato questo itinerario artistico-spirituale io suggerirei di proseguirlo ad Agra, Albizzate, Campione d’Italia, Comabbio, Fagnano Olona, Ferno, Maccagno, Monteviasco, Prospiano.
Una boccata d’aria spirituale, respirata a pieni polmoni, col sussidio dell’arte, gioverebbe molto alla serenità dello spirito.

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