La scelta del Vco: dal Piemonte alla Lombardia?

di Milani

Il 21 ottobre i cittadini della provincia di Verbano Cusio Ossola voteranno per il referendum che potrebbe portarli a “traslocare” nella nostra regione. Abbiamo intervistato Giuseppe Bottini, sindaco di Stresa originario del Varesotto, che è il territorio lombardo più vicino e dunque potenzialmente più interessato dall’eventuale novità

di Chiara Milani

E’ il referendum di cui nessuno parla. O quasi. Vuoi perché il risultato è scontato, come dice qualcuno. Vuoi perché non è sentito, come sostiene qualcun altro. Vuoi ancora perché chi è in dubbio sull’esito non vuole sbilanciarsi e chi, al contrario, è sicuro di come andrà a finire ha paura di dire qualcosa che possa cambiare il parere dell’elettorato, come sussurrano i beninformati. Fatto sta che domenica 21 ottobre nel Verbano Cusio Ossola si vota per l’eventuale distacco dal Piemonte e annessione alla Lombardia. Una votazione che potrebbe interessare il Varesotto più di quanto finora si dica, visto che è la provincia lombarda geograficamente più vicina a questo territorio.

Un referendum storico

Comunque vada, la consultazione popolare del vicino Vco rimarrà alla storia, in quanto è la prima volta in Italia in cui i cittadini di una provincia si esprimono sul passaggio da una regione a un’altra. A promuoverlo è stato il Comitato “Diamoci un taglio”, che ha raccolto oltre 5mila firme.

Ritorno alle origini?

Se a vincere fossero coloro che sostengono il passaggio dal Piemonte alla Lombardia, il territorio tornerebbe a far parte di un’area in cui ha a lungo gravitato. Parte del Ducato di Milano dal quattordicesimo secolo, questa zona è infatti approdata in Piemonte nel diciottesimo, con il Trattato di Worms. All’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, la separazione dalla provincia di Novara e la creazione di quella del Vco.

Un gioiellino turistico

Con i suoi quasi 160mila abitanti suddivisi in 76 Comuni, questo angolo d’Italia al confine con la Svizzera è a forte vocazione turistica, rappresentando attualmente la perla dell’attrattività piemontese grazie a bellezze naturali come laghi e monti, ma anche grandi opere artistiche e architettoniche, soprattutto d’impronta religiosa. Senza contare l’enogastronomia.

L’inedito e complesso iter legislativo

Dopo il parere positivo del consiglio provinciale e quello della Cassazione, la notizia della data fissata dal Consiglio dei Ministri è arrivata in piena estate. Adesso, affinché l’iter di “trasloco” abbia inizio, i favorevoli al cambiamento devono vincere con una partecipazione alle urne del 50 per cento degli aventi diritto più uno. Se così fosse, la questione andrebbe quindi affrontata dalle due Regioni coinvolte e dal Parlamento.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo… il Lago Maggiore

La vicenda alle porte di casa nostra si presenta dunque complessa. Con una serie di eventuali reazioni a catena, su vari fronti: dalla sanità all’economia, se pensiamo all’organizzazione delle Aziende territoriali sanitarie e alle Camere di Commercio. Soltanto per citare due esempi su tutti.

Stresa e il sindaco neutrale di origini varesotte

Tra favorevoli e contrari al quesito referendario, c’è anche chi si professa “neutrale”. E’ il caso del sindaco di Stresa, alla guida del centro più turistico del Vco. Il primo cittadino Giuseppe Bottini, tra l’altro, conosce bene i “vicini di casa” del Varesotto: nato a Lonate Pozzolo, risiedeva a Gallarate e lavorava in territorio varesino. “Non so come andrà l’affluenza. Secondo me questo referendum è più sentito nelle valli. Certo, i nostri cittadini sono già milanesi, vuoi per storia vuoi per collegamenti, ma per loro quello che conta sono i servizi e li hanno già. Per me personalmente sarebbe più comoda la Lombardia, perché a Milano arrivo in treno in 45 minuti, mentre a raggiungere Torino mi ci vogliono oltre due ore. Però bisogna valutare bene pro e contro. Già con il distacco dalla provincia di Novara si è disfatto tutto una volta. Ora, dovremmo farlo di nuovo”.

Navigazione: il collegamento che (ancora) non c’è

Ciò non toglie, peraltro, che – comunque vada a finire il referendum – si possano migliorare le sinergie con la confinante provincia di Varese. Soprattutto sul fronte turistico. “Già c’è un nuovo collegamento da Stresa all’eremo di Santa Caterina del Sasso. L’idea è quella di sviluppare un po’ di turismo congiunto con Angera e altri luoghi accomunati della famiglia Borromeo”, prosegue infatti Bottini: “Quello che servirebbe ora è che il trasporto lacustre da Laveno a Verbania vada poi diretto a Stresa”. Affinché il lago, anziché dividere, unisca le due sponde del Maggiore. A prescindere dai confini amministrativi.

 

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