Il Cammino della Rosa

di Milani

Grazie alla segnalazione di una nostra lettrice, vi parliamo del “Cammino di Sant’Agostino”, di cui in pochi notano la presenza e che andrebbe invece valorizzato. Santa Maria di Piazza è meta di un pellegrinaggio costante e sottotraccia. Il sogno è collegare a piedi il santuario bustocco con Malpensa. “Ogni anno vengono a Busto circa 2.000  turisti-camminatori”

di Chiara Milani

Un pellegrinaggio quasi invisibile. Ma costante. Un fenomeno finora perlopiù sfuggito ai radar cittadini, ma che costituisce un fiore all’occhiello della città che andrebbe invece valorizzato. Stiamo parlando del “Cammino di Sant’Agostino”, che dal 2009 ad oggi porta a Busto Arsizio ogni anno circa duemila turisti-camminatori. A condurli qui, il desiderio di visitare Santa Maria di Piazza e avere il relativo timbro sulla “Charta peregrini”.

Questo edificio religioso del sedicesimo secolo, che nel 2017 ha festeggiato il cinquecentesimo anniversario, rappresenta infatti una delle tappe del percorso che, dal punto di vista devozionale, disegna con i suoi cinquanta luoghi mariani un vero e proprio rosario di santuari a cielo aperto. Coinvolgendo in modo unitario i territori delle province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Bergamo e, appunto, Varese. Nonché, a seguire, Milano e Pavia.

Oltre alla via Francisca del Lucomagno, per la quale lo scorso settembre a Castiglione Olona 49 enti hanno firmato il protocollo di collaborazione, nel Varesotto c’è dunque già a disposizione quest’altra proposta. “Abbiamo iniziato nel 2009: da allora abbiamo distribuito ventimila credenziali da timbrare e Busto è il fulcro di questo tratto del tragitto”, spiega il responsabile, Renato Ornaghi.

L’identikit del pellegrino è lombardo, donna e con un’età compresa tra i 25 e gli 80 anni. “Sette camminatori su dieci sono signore, forse perché è un’attività non competitiva”, prosegue infatti Ornaghi, che aggiunge: “L’80 per cento delle presenze, infatti, proviene dalla nostra regione, mentre il 15 dal resto d’Italia e soltanto il 5 dall’estero. Questo è il nostro cruccio: si tratta infatti di un itinerario di fede e di delizia che nulla ha da invidiare ad analoghe proposte europee più note e blasonate”.

Di qui la necessità di una pubblicità maggiore, che tra l’altro sarebbe utile per promuovere anche il territorio. “Per il 2018, visto che Papa Francesco ha invitato i giovani a percorrere la via Franchigena a Roma, abbiamo proposto alle parrocchie della diocesi di usare il Cammino di Sant’Agostino come allenamento, in modo di richiamare anche più ragazzi, che di solito sono attirati da altre cose”. Eppure, si tratta di un percorso che non soltanto ha ottenuto la certificazione di proposta turistica a emissione zero. E’ anche low cost, visto che per ogni tappa sono indicati per dormire ostelli e altre soluzioni economiche. A Busto è il Centro giovanile Stoà, in via Gaeta. Anche se, provenendo dalla regione, molti non fanno il cammino di filata, bensì lo compiono a più riprese giornaliere tra aprile e ottobre, facendo poi ritorno a casa entro sera in treno. “In Galizia il Cammino di Santiago di Compostela, a cui ci siamo ispirati, rappresenta il 40 per cento del Pil. Io non dico di arrivare a tanto, ma il nostro sogno sarebbe quello di collegarlo a piedi all’aeroporto di Malpensa”, conclude Ornaghi. Anche se, naturalmente, per renderlo davvero volano per l’economia, attorno bisognerebbe poi costruire un sistema con il coinvolgimento dei vari stakeholder.  

Cardine del percorso a piedi è ovviamente la figura di Agostino, riscoperta in un percorso che transita dalla domus agostiniana di Rus Cassiciacum, dalle splendide basiliche romaniche di San Pietro al Monte a Civate, di San Vincenzo in Galliano e di San Pietro e Paolo ad Agliate, da Sant’Ambrogio e dal Duomo di Milano, dalla Certosa e dalla Basilica di San Pietro in Cieldoro a Pavia.

In generale, è un’idea per fruire in modo moderno dei tesori artistici, architettonici, ambientali, culturali di un territorio che fu capitale dell’Impero, regno Longobardo, Ducato di Milano. Più in particolare, il Cammino approfondisce la riscoperta del patrimonio turistico della Lombardia nell’ottica di viaggio lento. Un’esperienza che in provincia di Varese ha tre tappe: oltre a Santa Maria di Piazza Busto Arsizio, la Madonna dei Miracoli a Saronno e la Madonna dell’Albero a Gorla Minore. A cui, nel vicino Alto Milanese, si aggiungono la Madonna delle Grazie a Legnano, quella di Dio il Sà a Parabiago e Addolorata a Rho.

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Il Cammino di Sant’Agostino è un pellegrinaggio che collega cinquanta santuari mariani situati in sette province della Lombardia attraverso parchi naturali, sentieri nei boschi, fiumi e laghi. Sul percorso basiliche romaniche, vie d’acqua, musei, ville di delizia e i luoghi lombardi legati a Leonardo da Vinci. Il percorso si presenta a forma di fiore di rosa, con petali, foglie e gambo: la sua lunghezza è di circa 620 chilometri.

In 26 giornate di tragitto a piedi, o in bicicletta, “Il cammino della rosa” guida il pellegrino ai luoghi agostiniani di Rus Cassiciacum, Milano e infine Pavia, ove sono custodite e venerate le reliquie del “Santo della Grazia”. E’ dunque un percorso per turisti-camminatori italiani ed esteri, che collega i punti emblematici della vita di Agostino in Europa: Cassago Brianza (Rus Cassiciacum), luogo della conversione, Milano, città del Battesimo la notte di Pasqua del 387 dopo Cristo, e Pavia longobarda, la meta ultima.

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