“La mente d’opera”

di Milani

Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, consigliere ministeriale, tecnico che ha costruito licei d’avanguardia con tremila studenti partendo da un istituto professionale artigianale. Ecco la “lezione” di Mauro Ghisellini da Busto Arsizio: “La scuola del futuro? Tecnologia e lingue”

di Chiara Milani

Ha dato alla scuola italiana quello che non c’era. Ossia, il liceo sportivo. Per questo, nel 2011, è stato nominato Ufficiale al Merito della Repubblica. Ma non si è fermato qui. Perché ha anche aperto il primo liceo internazionale con il diploma in 4 anni. Oltre ad essere il referente nazionale dell’istituto Montessori, metodologia con 55mila scuole in tutto il mondo. Così, in virtù della sua esperienza, da anni è consigliere ministeriale. I governi cambiano, ma Mauro Ghisellini da Busto Arsizio resta.

Questo è un momento spartiacque: è da poco finito un anno scolastico e il prossimo vedrà un nuovo ministro, Marco Bussetti, che peraltro è gallaratese… che cosa ci aspetta a settembre al ritorno sui banchi?

Ci aspetta una scuola nuova, diversa, con una persona che conosce bene la realtà scolastica del territorio e non solo. E’ stato provveditore a Milano, responsabile delle scuole paritarie dell’ufficio scolastico provinciale, nonché docente di educazione fisica. Quindi ha una visione complessiva della scuola italiana dalla base. Non soltanto dal punto di vista universitario.

Anche lei conosce molto bene la scuola dalla base. E’ partito da un’esperienza concreta sul territorio, prima di approdare al ministero.

Siamo partiti con un istituto della moda legato alla Busto Manchester d’Italia. Mia zia, Olga Fiorini, ha creato un progetto artigianale per i ragazzi, che nel tempo è diventato importante. Oggi abbiamo 3mila studenti. Quello che una volta era un percorso di formazione professionale oggi è il liceo della moda. Quindi, dalla manodopera alla mente d’opera. Infatti, non è più questione di taglio e cucito, ma di capire come uno si veste, qual è il prodotto, com’è l’economia mondiale. Poi abbiamo iniziato il progetto del liceo sportivo, che ora trovate in tutta Italia. Soltanto in provincia Varese sono nate 9 scuole nel campo sportivo. E abbiamo iniziato il primo liceo internazionale di 4 anni, con diploma a 18 anni, come nel resto del mondo.

Dal suo osservatorio privilegiato, da un lato Roma e dall’altro il territorio, come si spiega che a Busto Arsizio si concentrino tante eccellenze nelle superiori?

Ci sono gli uomini che hanno voglia di fare. Benedetto di Rienzo (già a lungo preside dell’Ite Tosi, ndr) ed io prendevamo l’aereo alle 7 di mattina da Malpensa tutte le settimane e andavamo a Roma cercando di prendere esperienze a livello nazionale e portarle a Busto Arsizio. Così anche il coreutico è stato primo in Italia. Sono progetti importanti, è il futuro della scuola italiana. Per questo arrivano qui a studiare ragazzi da tutta Italia: da Catanzaro e Palermo, così come da Milano.

Ecco, qual è il futuro della scuola?

Una scuola che guardi la tecnologia, l’informatica e l’Europa e quindi le lingue. Io ho portato qui la materna inglese, quindi le elementari, le medie e adesso il liceo internazionale. E poi tutti i nostri ragazzi hanno l’Ipad. Questo ci dobbiamo aspettare, nel bene e nel male.

A proposito di luci e ombre… La “Buona scuola” ha ricevuto tante critiche e di certo con il nuovo governo ci si metterà mano. Lei l’ha vista nascere. Che cosa ha funzionato e che cosa no?

Quando si tocca la scuola di tocca il mondo, perché tocchi le famiglie, dai nonni ai nipoti, e dunque accontenti sempre qualcuno e scontenti sempre qualcun altro. Non ha funzionato per quanto riguarda l’organico, con docenti costretti a trasferirsi da Sud a Nord e viceversa. Tra le novità importanti c’è l’alternanza scuola-lavoro. Mia zia Olga è stata la prima donna in Lombardia ad avere ricevuto la Rosa Camuna proprio per averla inventata. Perché sennò i ragazzi crescono nel mondo della scuola e non sanno cosa c’è dietro l’angolo…      

 

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