Dalla Cina con furore

di Milani

Prosegue con successo la settima edizione del Festival fotografico europeo. Dopo aver portato a ottobre 5 autori italiani a Pechino, l’Afi accoglie tra Legnano e Busto Arsizio altrettanti esponenti cinesi che mostrano com’è cambiato di recente il Paese della Grande Muraglia

di Chiara Milani

“La Cina del recente passato a confronto con quella attuale. In un divenire di trasformazioni significative che, pian piano, stanno cancellando tradizioni e identità in molti territori”. Così Claudio Argentiero (nella foto), curatore artistico della settima edizione del Festival fotografico europeo, descrive nello specifico la scelta curatoriale delle cinque mostre che – nell’ambito della più ampia rassegna internazionale – hanno come filo conduttore la vita quotidiana cinese degli anni Sessanta e Ottanta: “Immagini che denotano aspetti ordinati e agresti, per giungere a una fotografia più critica che evidenzia i cambiamenti avvenuti, dove l’uomo sembra perso o sprofondato nelle metropoli, costretto a tollerare i mutamenti”.

Palazzo Leone da Perego a Legnano, fino al 22 aprile

Zhu Xianmin
Chinese People

Con uno stile reportagistico, Zhu documenta la vita quotidiana della popolazione cinese, con particolare attenzione alle dinamiche familiari, del lavoro e della sussistenza sociale, attraverso istantanee in bianco e nero di grande fascino. Esposte per la prima volta in Italia, gli scatti di Zhu Xianmin, ci pongono di fronte a una realtà per noi insolita e sconosciuta, poiché le immagini sono state realizzate a partire dall’inizio del 1960 (nell’immagine, una delle due foto)

Castello visconteo a Legnano, fino al 22 aprile

Wang Pan
Mutamenti e memorie di un territorio

“Xi’an, è una piccola città sotto le montagne Qinling in Cina – Lintong, la mia città natale. Un luogo magico noto nel mondo perché è sepolto l’imperatore Qin Shihuang, il più antico imperatore cinese, e l’esercito di terracotta del Qin Shihuang, noto come l’ottava meraviglia del mondo. Il mio progetto si sviluppa nella quotidianità, apertamente, documentando i cambiamenti repentini”. Così descrive il suo lavoro Wang Pan, 37 anni, fotografo freelance pluripremiato, specializzato in documentari di carattere umanistico e di ritratti commerciali.

Palazzo Marliani Cicogna a Busto Arsizio fino al 15 aprile

Yuan Xuejun
Cina, anni ‘80. Il vento del cambiamento

In Cina gli anni Ottanta hanno segnato cambiamenti radicali sotto l’aspetto della democratizzazione, dal punto di vista sociale, lavorativo, tecnologico e salariale. Dopo un primo periodo di isolamento, il Paese è tornato ad essere motore propulsore dell’economia mondiale. Ma è anche un periodo legato alla politica del figlio unico, agli investimenti sulla ricerca e l’ingegneria, all’inclusione sociale collaborativa, all’idea di carriera e affermazione personale, all’equilibrio tra lavoro e vita privata. Le fotografie di Yuan Xuejun documentano i cambiamenti nella vita quotidiana delle persone, con un taglio reportagistico di grande interesse.

Di Jinjun
The warring state
The Warring State ha l’intento di rappresentare la Cina

Moderna, mediante una visione contemporanea e nel contempo una più antica tecnica fotografica. Oggi tutti possono scattare fotografie facilmente, senza preoccuparsi della tecnica, il digitale ha democratizzato la fotografia, ma anche massificato il pensiero. Sono però diverse le scene riprese oltre cento anni or sono e i luoghi sono cambiati perdendo la propria identità. Da qui nasce il progetto del fotografo Di Jinjun, come omaggio agli antenati. Di Jinjun, nato a Shanxi nel 1978, è stato il primo artista della Cina continentale ad utilizzare la tecnica del collodio umido. Tiene conferenze, ha vinto prestigiosi Premi ed è per la prima volta in Italia.

Bottega artigiana a Busto Arsizio fino al 22 aprile

Ye Wenlong
Montagne verdi

Le montagne verdi si estendono all’infinito. Le acque blu fluiscono oltre la nostra vista. Un connubio di atmosfere, che elogiano la bellezza della natura e si donano a esperienze visive coinvolgenti. Le fotografie di Ye Wenlong non si limitano a documentare i luoghi, ma cercano l’anima, si insinuano attraverso la visione nelle pieghe delle emozioni, dell’ascolto, della meditazione. Mountains and Waters è un viaggio sia fisico sia spirituale, per ritrovare se stessi nell’intimità dei silenzi.

 

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