Vedute dall’anima

di Milani

Dopo il successo al Palazzo Ducale di Genova con “Ai margini del bianco”, abbiamo intervistato Antonio Pedretti, talento di origine gaviratese

a cura della redazione di Artevarese

E’ un filo invisibile quello che lega le persone al luogo natale. Ci si può allontanare, migliaia di chilometri oppure per anni, ma il richiamo della propria terra, non scompare e prima o poi affiora: nei ricordi, nei pensieri, o come nel caso di un pittore, nei colori della tavolozza. Sono passati molti anni dal giorno in cui, il sedicenne Antonio Pedretti, presentava la sua prima personale alla Galleria Ca’Vegia di Varese. Oggi è un artista conosciuto, le sue mostre hanno girato e girano il pianeta, conquistando critici e personaggi rilevanti del mondo dell’arte. Nato a Gavirate nel 1950 ha iniziato la carriera di pittore dedicandosi agli scorci di quel paesaggio che da sempre vedeva: il lago, i boschi, vedute soffuse e sospese nella nebbia, esprimendosi con un genere di pittura puramente informale. Un linguaggio che poi, pian piano, abbandona.

“Il mio linguaggio è diventato più istintivo”
“Non riuscivo più ad esprimere e soddisfare le mie esigenze pittoriche”, spiega l’artista: “Così è nata la voglia di riappropriarmi dell’immagine, ma non poteva più essere quella tradizionale. Infatti, con le nuove conoscenze ed esperienze, acquisivo tutti i connotati di uno stile che mi consentiva libertà di segno e materia che raccontavo, con un linguaggio diventato più istintivo, sulle grandi superfici. Unendo questi atteggiamenti pittorici ne è scaturita un’immagine nuova, fresca anche di sensazioni, che non cerco, ma che emerge. Sono richiami di paesaggi per i quali sono considerato l’ultimo pittore naturalista, anche se non lo sono, anzi direi l’opposto, non dipingo en plein air…ma quello che affiora e compare nelle opere, è questa immagine…”.

“Scavando” nella materia

Pedretti non inizia mai un’opera con un’idea precisa. Le ampie panoramiche lacustri, le paludi, i canneti, l’acqua, si creano quasi magicamente. Il colore viene “gettato” sulla tela e poi graffiato, mentre la materia comincia ad assumere forme. E’ a questo punto che il pittore gaviratese inizia a vedere un’immagine, che insegue, una figura alla quale lavora caricandola delle proprie emozioni e memorie. Nascono così le vedute e gli scorci, sotto cieli limpidi di azzurri intensi o velati da nuvole minacciose, dove l’artista interviene incidendo la materia come se volesse “scavare”. Una foga che lascia dietro sé ruvide increspature, interrotte da guizzi luminosi.

Bianco lombardo

Nella serie dedicata a “Bianco lombardo” gli spessori di luce si fanno spazio diventando protagonisti sotto le larghe campiture, le colature di colore e i segni. Esplosioni di bagliori di un’alba o di un tramonto reali o immaginari. Un impeto che, man mano, si stempera facendosi silenzio e poesia… Soltanto le voci delle più intime emozioni hanno un suono.
Scene che evocano pensieri, riflessioni, visioni e memorie in chi osserva l’opera. Sono i ricordi dell’artista, rievocazioni di una terra dove ha vissuto o nuovi soggetti, come le rocce che abbracciano il mar Ligure, zona in cui l’artista da tempo ormai si è trasferito? Poco importa. Sono paesaggi dell’anima e vedute dall’anima, atmosfere alle quali Pedretti dà corpo attraverso il suo personale atteggiamento contemporaneo e informale, creando suggestive sensazioni di vita, di presenze. Dice infatti l’artista, “le mie immagini non si vedono, ma si sentono. Sono figure con le quali esprimo me stesso: sono autoritratti”.

Da Gavirate al mondo
Antonio Pedretti – artista noto in tutto il mondo e caposcuola del genere paesaggistico, nasce a Gavirate nel 1950, frequenta la Scuola di pittura del Castello Sforzesco e l’Accademia di Brera, abbandonata nel 1972  perché sentiva le correnti artistiche dell’epoca (spazialismo e concettuale), troppo “strette” per la sua pittura, in cui ad emergere erano e sono le emozioni. Numerose le mostre personali e le partecipazioni a collettive in Italia e all’estero così come i premi, i riconoscimenti e i successi di critica e pubblico.

Foto: Antonio Pedretti (www.sempionenews.it)

 

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